Pignolo 2008 - Colli Orientali del Friuli – Azienda Cantarutti Alfieri
Pignolo 2008
Colli Orientali del Friuli
Azienda Cantarutti Alfieri
Se il buongiorno si vede dal mattino …
Primo assaggio ore 11:00
nel calice si presenta con lievissime sfumature aranciate, limpido e profondo. Ampi e complessi profumi terziari, etereo; tabacco, spezie, cuoio, cioccolato, frutta sotto spirito. All’assaggio … tannino e acidità, presenti ma non invadenti, lunga persistenza.
Secondo assaggio ore 15:00
Olfatto, si conferma come al mattino ampio e complesso con aggiunta di fragranze balsamiche. Gusto pieno, avvolgente, prevale morbidezza ed eleganza, tannino e acidità per garantire anni di riposo in bottiglia. Pronto; con caratteristiche di lunga vita.
Grazie Antonella!
(Antonietta Mazzeo)
Il Pignolo è un vino rosso che ha le sue origini in terra friulana, esattamente sulle colline di Rosazzo, località in provincia di Udine. Nell’Abbazia di Rosazzo nel 1978 furono trovate due viti superstiti. È da li che iniziò la rinascita del Pignolo.
La prima testimonianza scritta dell’esistenza di un vino chiamato Pignolo è del 1300. Durante il Medioevo, il Pignolo veniva utilizzato, insieme al frumento, come mezzo di pagamento degli affitti dovuti ai proprietari terrieri. Sebbene non siano stati trovati documenti antecedenti il Settecento che ne descrivano le caratteristiche organolettiche, si può supporre che la sua qualità fosse superiore a quella di altri vini se, nel 1400, veniva donato a nobili e ambasciatori. Questo finché un altro vino, il Picolìt, fu preferito quale omaggio a persone importanti.
A partire dal 1850 imperversarono in Friuli alcune malattie che colpirono in modo diverso la vite, ma il Pignolo riuscì a sopravvivere. Non operò in suo favore neppure l’industria vivaistica che nel Novecento favorì la diffusione delle varietà d’oltralpe, come Merlot e Tocai, e altre varietà friulane. Il Pignolo non era tra queste!
Nel 1970 nacque la DOC Colli orientali del Friuli. Questa comprendeva tutti i vini prodotti in quella zona tranne Pignolo, Tazzelenghe e Schioppettino. I Nonino, famiglia di distillatori in Friuli, istituirono il premio Risit d’Aur (barbatella doro) al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica al recupero di queste antiche varietà, stimolandone studi approfonditi e dimostrandone così il loro talento. Questo riconoscimento avvenne in modo graduale e, solo nel 1983, il Pignolo entrò a far parte dei vitigni la cui coltivazione era ed è raccomandata.
Il 14 Ottobre 2011 Rosazzo è ufficialmente riconosciuta zona eletta (vale a dire zona a Denominazione d’Origine Controllata e Garantita) per la produzione del vino Pignolo, insieme alla Ribolla gialla e a un vino bianco frutto d’uvaggio. I francesi la chiamerebbero “cru” noi invece sottozona a sottolineare la peculiarità di un’area e la qualità superiore di un vino.